La pompa a spalla è uno strumento tanto utile quanto comodo per irrorare superfici, giardini, piante e vigneti. Adatta soprattutto per liquidi non aggressivi, può essere azionata manualmente ed è munita di una lancia con manometro; il getto può essere regolato a rosa. Per quel che riguarda i materiali che costituiscono una pompa a spalla, essi variano a seconda dei modelli: ci sono, per esempio, prolunghe in alluminio o impugnature a leva in plastica. Anche il serbatoio è, in genere, realizzato in materiale plastico: di norma si tratta di polietilene riciclabile che viene sottoposto a un trattamento anti-UV per proteggerlo dai raggi ultravioletti del sole.
Ogni pompa a spalla deve rispettare determinati requisiti dal punto di vista della sicurezza, riconducibili alle norme ISO 19932-1/2. Ma quali sono le peculiarità di questo strumento? In primo luogo, un serbatoio totalmente ermetico che fa sì che, in qualunque posizione venga tenuta la pompa, l’acqua non esca. Detto del rispetto di tutte le normative in relazione all’ambiente, ciò che contraddistingue una pompa a spalla è la sua duttilità, che la rende utilizzabile in giardini e frutteti più o meno grandi per l’irrorazione di acqua ma anche per la distribuzione di pesticidi, anticrittogamici o antiparassitari, e in generale per tutti i lavori che richiedono l’applicazione di un prodotto nebulizzato. A seconda delle dimensioni, le pompe a spalla hanno serbatoi più o meno grandi, la cui capacità si aggira comunque tra gli undici e i diciotto litri.
Alcuni modelli, per altro, presentano serbatoi muniti di una scala graduata su parete trasparente: un espediente decisamente pratico e all’insegna della comodità che permette all’operatore di tenere sotto controllo il livello del liquido e, in caso di prodotti che richiedono di essere miscelati, di dosarli con la massima attenzione.